di Salvo Barbagallo
A sei anni di distanza dalla pubblicazione del libro “Parliamo della Sicilia con Pietro Agen” (Mare Nostrum Edizioni 2017) riprendiamo gli stessi argomenti che abbiamo trattato nel corso di una lunga serie di interviste con il presidente della Confcommercio Catania per “capire” cosa è cambiato, migliorato o peggiorato oggi.
Avevamo parlato, fra l’altro, dello sviluppo dell’Isola, del turismo, delle opportunità di lavoro con sinergie, del blocco della Camera di Commercio Sud Est, del “Patto per Catania.
Pietro Agen commentava in quella pubblicazione: “Ho riletto le interviste, ma meglio sarebbe definirle scambio, sviluppate nell’ultimo anno e mi sono intristito nel vedere che, purtroppo, in un anno, nella nostra terra, ben poco sia cambiato. (…). A conti fatti, anche se sono trascorsi ben sei anni, ben poco è cambiato o, aggiungeremmo, forse più del poco” è peggiorato. Quel che appare come una costante è che si continua a riscontare la mancanza di progettualità o, per meglio dire “si progetta con la logica del passato”. Certo, il turismo procede bene, la Camera di Commercio Sud Est “in Sicilia può considerarsi superata”, a Catania i “problemi di fondo” sono sempre gli stessi, manca “una visione d’insieme”.
Catania? Il “cambiamento?” Semplice: “Le sfide possono essere raccolte dalle donne, basti vedere cosa avviene alla Rai, a Catania all’aeroporto, ora per le prossime amministrative nel capoluogo etneo. Come si dice dalle nostre parti le donne sparigliano. ..”. Come dire, il “fenomeno” del cambiamento anche a Catania sarà al “femminile”.
A seguire l’incontro di Salvo Barbagallo con Pietro Agen
Riprese audio/video e servizio web di Luigi Asero